Ma cosa definisce e cosa implica questo storico traguardo della disciplina osteopatica?
Finalmente, la notizia è ufficiale!
Dopo anni di odissea normativa, il 24 giugno 2021 l’osteopatia è professione sanitaria riconosciuta in piena regola. In tale data il Presidente Draghi ha infatti firmato il Decreto attuativo con cui si recepisce l’accordo Stato-Regioni dello scorso novembre, relativo appunto all’istituzione della professione sanitaria dell’osteopata.
Vediamo insieme cosa stabilisce l’accordo e tutti i risvolti nella futura evoluzione della professione: ad essere riconosciuta e definita, è innanzitutto la figura dell’osteopata, da ormai troppo tempo relegata a un ruolo ambiguo dal punto di vista normativo. L’uscita da questo limbo con l’ufficiale riconoscimento dell’osteopatia come professione sanitaria, implica infatti una definizione precisa e coerente del profilo del professionista. A partire dal campo di intervento, l’accordo stabilisce in modo univoco trattamenti e modalità operative dell’osteopatia, compresa l’attività di valutazione e le strutture idonee allo svolgimento della disciplina osteopatica. Il riconoscimento della figura dell’osteopata si riflette naturalmente sulla sua formazione e sul relativo titolo che ne certifica le competenze, finora gestiti da enti privati di istruzione. Su questo punto, si dovrà però attendere un ulteriore accordo da stipularsi all’interno della Conferenza Stato-Regioni per stabilire i criteri ufficiali di valutazione e certificazione della neonata professione sanitaria dell’osteopata. L’accordo dovrà infatti includere le modalità di riconoscimento dell’equipollenza tra i vecchi titoli e la futura Laurea in Osteopatia.
L’osteopatia come professione sanitaria: una garanzia per professionisti e cittadini
Il fatto che l’osteopatia sia ufficialmente entrata a far parte delle professioni sanitarie può sembrare un semplice cavillo burocratico, soprattutto per chi usufruisce dei trattamenti. In realtà, questo riconoscimento ha importanti implicazioni pratiche che toccano professionisti della disciplina e utenza. Il limbo normativo, infatti, si traduceva in una minore tutela di entrambe le parti. Nello specifico, l’appartenenza dell’osteopatia ad un ordine professionale garantisce una maggiore trasparenza della formazione e della certificazione delle competenze osteopatiche. Per il cittadino, ciò significa avere un’arma efficace contro l’abusivismo e una concreta garanzia di professionalità. In quanto professione sanitaria in piena regola, inoltre, l’osteopatia è ora in grado di stabilire una collaborazione più proficua e sistematica con le altre figure in ambito sanitario. Per la cura e l’assistenza di ogni individuo, ciò comporta il beneficio di una positiva sinergia tra approcci differenti.